mercoledì 3 agosto 2011

Morire per la pace nel mondo: in Afghanistan i morti italiani sono 41


 
Si ripete nuovamente la stessa scena all’aeroporto militare di Ciampino, qualche uomo in giacca e cravatta per rappresentare lo Stato Italiano cammina a passo spedito verso l’aereo che riporta in patria una salma. E’ la salma dell’ennesimo giovane partito sorridente e tornato in Italia all’interno di una cassa da morto.

L’emozione, l’orgoglio, la funzione di stato per i signorotti delle istituzioni e dopo la funzione privata. Di tutto questo, cosa rimane? Nulla. Se non il dolore di una madre, di un padre, di un fratello, una sorella, un parente, un amico che non riabbraccerà più un suo caro. Ma la domanda è: perché tutto questo? Il dolore stampato sulla faccia del politico di turno che accoglie l’ennesimo caduto ci lascia un po' perplessi. Perché alla vista di quelle immagini un normale telespettatore dovrebbe farsi una domanda : “Condivido il dolore per un figlio della patria ammazzato ingiustamente ? Spesso si cambia canale ancor prima di darsi una risposta, ma fermandosi un attimo si riesce a rendere più limpida l’immagine, a scandire meglio le “solite” parole, le frasi fatte che si conoscono a memoria: “E’ morto per la Patria”…”Onore all’ennesimo figlio d’Italia immolatosi per la causa nazionale”…”Siamo vicini alla famiglia”. Ma quelle facce tristi non fanno che suggerire una domanda semplice: ma perché si continuano a mandare centinaia di giovani in Afghanistan? Per difendere cosa? Per raggiungere quale obbiettivo? La risposta più “alla moda” usata dai signorotti delle istituzioni è che la missione Isaf in Afghanistan e quella in Iraq rispondono al bisogno mondiale per la difesa contro il terrorismo, mentre dal mio punto di vista è solo una guerra a scopo di lucro e l’Italia è presente solo per favorire gli interessi della gente presente nelle istituzioni. Tuttavia questa presenza ha un costo, oltre che in termini umani, anche in termini economici molto rilevanti con le spese militari. A fronte dei continui tagli alla spesa sociale, alla scuola, all’assistenza, crescono i costi per mantenere all’estero le truppe militari. Strano, perché in economia le esportazioni portano guadagno e le importazioni spese. Qui alla voce “esportazione di democrazia” le cifre sono esorbitanti. Eccezioni. Eccezionali eccezioni.


Cosimo melechì



sabato 23 luglio 2011

In nome di Paolo Borsellino

Il giorno 17 Luglio in 5 siamo partiti per arrivare a Palermo dove ci attendevano 3 giorni intensissimi per ricordare e far rivivere la memoria e il coraggio di Paolo Borsellino, accanto all'opera instancabbile del fratello Salvatore Borsellino ed ai ragazzi che curano il sito
19 Luglio 1992 a cui ci rifacciamo tutti noi Agende Rosse.
Sono stati 3 giorni stupendi che sono stati descritti in modo davvero egreggio da una mia carissima amica Chiara Spina nella sua nota
" DIARIO DI BORDO DI UN’AGENDA ROSSA - DA PESCARA A PALERMO IN NOME DI PAOLO BORSELLINO " e che potete leggere di seguito.




17 Luglio 2011

BRIVIDI
“Avvisiamo i signori passeggeri che a breve atterreremo  all’Aeroporto Internazionale Falcone e Borsellino di Palermo” annuncia la voce metallica del Comandante dagli altoparlanti dell’aereo e un brivido mi scorre lungo la schiena. Falcone e Borsellino. È per loro che sono arrivata fin qui, nell’assolata terra siciliana. Tra due giorni sarà l’anniversario della Strage di Via D’Amelio in cui persero la vita il Giudice Paolo e i ragazzi della sua scorta e io, come tanti altri giovani e meno giovani provenienti da tutta Italia, ho risposto all’appello di Salvatore Borsellino, fratello del magistrato, che ancora oggi, a distanza di 19 anni, continua a chiedere verità e giustizia sulle stragi del ’92.
Fa caldo a Palermo, questa è la prima sensazione che si prova appena scesi dall’aereo. L’aria bollente ti arriva sulla faccia e quasi ti impedisce di respirare ma non è il caldo che mi soffoca, piuttosto è la voglia di rivedere lui, Salvatore, che mi leva il fiato. Respiro a fondo l’odore del mare che arriva fin sulla pista di atterraggio e mi preparo a questa avventura che, già so, sarà ricca di intense emozioni e commozione.
Devo sbrigarmi, sono le 16:00 e tra un’ora circa comincerà la marcia delle Agende Rosse verso il Castello Utveggio, che domina Palermo dall’alto del Monte Pellegrino. Si tratta di un luogo simbolico per la città e per noi Agende Rosse in quanto, secondo le ipotesi del consulente informatico Gioacchino Genchi, è il luogo presumibilmente deputato a far partire il detonatore che fece esplodere la 126 parcheggiata in Via D’Amelio. In realtà questa pista sembra essere stata smentita dalle indicazioni del pentito Fabio Tranchina, ex autista del boss Giuseppe Graviano, ma la marcia comunque si farà, secondo la volontà di Salvatore Borsellino. Vuole essere prima di tutto un atto simbolico in memoria delle vittime, in secondo luogo  il Castello Utveggio, sede dei servizi segreti, resta comunque legato in un modo o nell’altro alla strage di Via D’Amelio. Un dubbio, in merito all'edificio ed al suo utilizzo, è rimasto anche nelle parole dei familiari del giudice assassinato i quali affermano che negli ultimi giorni che precedettero via d'Amelio Paolo Borsellino abbassava continuamente la serranda della stanza da letto perché sospettava di essere osservato dal Castello Utveggio.  

TREPIDAZIONE
Ore 18:00. Sono alle pendici del Monte Pellegrino, all’inizio del percorso che porta al Castello Utveggio. Gli altri sono già in cima, addirittura stanno per iniziare la discesa. Inizio a salire. “L’acchianata” non è facile, considerato il caldo e lo stomaco vuoto, ma le gambe vanno da sole e la testa è già lì, al momento in cui potrò abbracciare Salvatore Borsellino, un uomo che mi ha cambiato la vita. Il percorso che gli altri hanno fatto in un’ora e mezza io lo faccio in neanche 50 minuti e quando arrivo in cima sono stanca ma felice, Salvatore è ancora lì e oltre a lui ritrovo molti amici e compagni di avventura  salutati l’anno precedente. La visuale che si ha di Palermo dal Castello Utveggio è davvero di grande impatto emotivo, si domina tutta la città, che è davvero immensa, e tra i palazzi si distingue chiaramente Via D’Amelio.

ALLEGRIA
Si sono fatte le 20:00 passate e la fame inizia a farsi sentire, per fortuna i ragazzi siciliani hanno pensato al “post acchianata”, organizzando una cena tipica siciliana in un ristorante nei pressi della base del Monte Pellegrino. È questa la magia di iniziative come quelle legate alle manifestazioni del Popolo delle Agende Rosse, l’impegno civile e sociale diventa anche il mezzo per conoscere nuova gente e per far nascere delle amicizie. Le giornate trascorse insieme sono ricche di emozioni, spesso commozione, ma anche di momenti di convivialità e allegria che aiutano  a smorzare la tensione accumulata.
A fine serata il rientro in albergo diventa occasione per fare una bella passeggiata notturna per le vie di Palermo, una città affascinante, tanto bella quanto decadente. Ti rendi conto che sono tante le cose che andrebbero cambiate, che andrebbero gestite in maniera diversa, ma allo stesso tempo ti rendi anche conto di quanto sia difficile per una realtà come quella palermitana entrare in un’ottica di legalità e trasparenza. Noi siamo qui anche per questo, per far sentire la nostra voce ai palermitani. Noi siamo vicini a loro.

18 luglio 2011


SPENSIERATEZZA E RIFLESSIONE
La mattinata scorre tranquilla in giro per Palermo, immersa nelle stradine del centro, affascinata dai mille colori del mercato e dalle voci dei venditori che richiamano l’attenzione dei passanti. La cosa che più mi sconvolge è il rumore, non tanto il vociare della gente, ma quello del traffico. Palermo è intasata di macchine, all’inverosimile. Certo, il servizio di trasporto pubblico è quello che è, non esistono orari ed è possibile anche stare un’ora alla fermata ad aspettare che qualche autobus passi prima o poi. “Signora sa per caso quando passa il 101?” “Ah… aspetta, aspetta”,  è questa la risposta ricorrente. Incentivare l’utilizzo della bicicletta? In una città come Palermo, tutta pianeggiante, sarebbe l’ideale, in dieci minuti ti troveresti da un capo all’altro della città. “Ma sei matta? È una questione di mentalità. Noi palermitani siamo comodi, la bicicletta non la userebbe nessuno”, mi dice un signore. È anche vero che, a pensarci bene, a mettersi sulle strade palermitane con la bici si rischierebbe davvero la vita, vista la guida non proprio ortodossa degli autisti di autovetture e scooter. In realtà l’amministrazione Cammarata alcune piste ciclabili le ha anche realizzate, con dei fondi stanziati dalla Comunità Europea. “Ma hanno fatto uno scempio, giusto per farsi arrivare i fondi e mangiarseli tra di loro”, afferma l’autista di un autobus.
Tra una chiacchierata e l’altra, un arancino e una panella, senza naturalmente farmi mancare una buona granita ed un cannolo siciliano, giunge l’ora di avvicinarsi nei pressi di Via D’Amelio. Alle 18:00 partirà un corteo che attraverserà le vie centrali della città per arrivare nella Facoltà di Giurisprudenza in Via Maqueda dove, in serata, ci sarà un convegno con i magistrati Ingroia, Di Matteo e Scarpinato e con il giornalista Giulietto Chiesa.

INDIGNAZIONE
“Fuori la mafia dallo Stato”, è questo l’urlo di battaglia delle Agende Rosse. È tanta la passione e la forza che ci mettiamo nell’esprimere la nostra rabbia per una strage che non è stata solo una strage di mafia ma è stata prima di tutto una strage di Stato. Oltre alla passione, però, non riesco a non provare un moto di indignazione nei confronti dei tanti palermitani che appaiono visibilmente contrariati ed infastiditi dalla nostra presenza per le vie della città. “Signorina lei da dove viene? Perché da Pescara è venuta fin qua?”, mi chiede un signore con un’espressione quasi di sdegno. “Perché Paolo Borsellino non è stato ucciso solamente dalla mafia. La mafia è stata solo l’arma con cui lo Stato ha deciso di fare fuori un personaggio che evidentemente era scomodo e lo Stato è una questione di tutti noi cittadini italiani”. Non ricevo risposta, anzi in realtà una risposta ce l’ho: il signore si è voltato di spalle. Lo so, i siciliani sono stanchi, si nascondono dietro questa omertà perché hanno paura. Quando c’erano Falcone e Borsellino la città era piena di lenzuola bianche alle finestre, era il modo con cui i palermitani esprimevano la loro vicinanza ai due giudici, quasi si percepiva “quel fresco profumo di libertà” di cui parlava Paolo Borsellino. Poi i due magistrati sono stati uccisi e con loro è morta la fiducia dei siciliani, ma l’omertà non aiuta. “Se lo Stato è assassino il popolo è complice” urlo al megafono. “Palermo sveglia, esci fuori da questa omertà!” gridiamo e qualche timida agenda rossa esce fuori da alcune finestre.  Un piccolo sollievo di fronte agli insulti che ci siamo presi.

SPERANZA E PAURA
Il cortile della Facoltà di Giurisprudenza è pieno di gente, tante agende rosse alzate, ci sono anche dei ragazzini e dei bambini.
Le parole dei tre magistrati ci riempiono il cuore di speranza, ci sono nuovi indizi sul caso dell’agenda rossa di Paolo Borsellino, che è stata prelevata dalla valigetta del magistrato pochi secondi dopo lo scoppio della bomba. Chissà quali segreti conteneva e chissà a quante scomode verità avrebbe portato se non fosse stata sottratta dal colonnello dei Carabinieri Giovanni Arcangioli, così come testimoniato da un video che riprende il carabiniere avviarsi verso viale dell’Autonomia Siciliana con la valigetta del magistrato in una mano, per poi andarla a riporre, senza l’agenda al suo interno, nel sedile dell’auto blindata.  È su questo filmato, che riprende gli ultimi passi dell’ufficiale che tra il fumo si avvicina a delle persone non identificate, che la procura di Caltanisetta  guidata da Sergio Lari sta valutando di riaprire l’indagine sulla scomparsa  dell’agenda rossa, già archiviata da una sentenza della Cassazione che addirittura ha messo in dubbio l’esistenza dell’agenda stessa. La riapertura del caso dell’agenda rossa rappresenta un punto di svolta che potrebbe far luce sullo scottante tema della trattativa tra Stato e mafia su cui Borsellino e Falcone sembra stessero indagando. Quell’agenda, definita da Gioacchino Genchi come “la scatola nera della Seconda Repubblica”, rappresenta uno strumento  pericoloso, uno strumento attraverso cui esponenti dello Stato possono essere facilmente controllati e manipolati, di fronte alla minaccia di far uscire allo scoperto le rivelazioni in essa contenute e che metterebbero in crisi la stabilità del Governo.  È tanta la speranza che Ingroia, Di Matteo e Scarpinato ci fanno provare, ma è altrettanta la paura suscitata dalle parole di Salvatore Borsellino che chiude il convegno facendo riferimento al periodo di fermento delle indagini  che stiamo vivendo “e la storia ci dimostra come in ogni periodo di fermento ci sia stato qualcuno che è stato fatto fuori”. Un attimo di silenzio pervade tutta la platea prima di levarsi al grido “Di Matteo Ingroia e Scarpinato siete voi il vero Stato”.  Le parole di Borsellino mi lasciano un forte senso di inquietudine, lo stesso che ritrovo negli occhi di Di Matteo. “Giudice Di Matteo noi siamo con voi” gli dico porgendogli la mia agenda rossa e una penna. Un “Grazie!” tutto tremolante è la sua risposta.

19 Luglio 2011

“NO ALLE CORONE DI STATO PER UNA STRAGE DI STATO!”
Mi appresto ad entrare in Via D’Amelio in questa calda ed afosa mattinata palermitana. Non è la prima volta che vengo in questo luogo, non è il mio primo 19 Luglio in Via D’Amelio. Nonostante questo un magone mi attanaglia lo stomaco, trovarmi in questo posto proprio in questa giornata è sempre un’emozione. Un’emozione particolare, però, che non saprei definire bene. Un misto di rabbia, angoscia, commozione. “Non è il tempo di piangere è il tempo di resistere” ci dice sempre Salvatore, ma non posso trattenere le lacrime quando arrivo sotto l’albero di Paolo, un ulivo che sorge proprio di fronte al citofono del civico 19, punto in cui sono saltati in aria il magistrato ed i ragazzi della sua scorta Emanuela Loi, Claudio Traina, Walter Cusina, Agostino Catalano, Fabio Li Muli.  
Già so che quella di oggi sarà una giornata all’insegna dell’emozione, quella forte. Il presidio in via D’Amelio sarà permanente, fino alla mezzanotte. “Non dovremo permettere – dice Salvatore -  a rappresentanti indegni di questo Stato di venire a deporre corone e a piangere i morti di una strage che è stata prima di tutto una strage di Stato. Il momento della commemorazione verrà dopo, solo dopo che saremo giunti alla verità”. In tutto l’arco della giornata si susseguiranno diversi momenti, dalle attività con i bambini dei quartieri a rischio di Palermo organizzate da Rita Borsellino, sorella di Paolo e Salvatore, alla lettura delle lettere scritte da diversi ragazzi di tutta Italia, dal minuto di silenzio all’ora dello scoppio della bomba ai momenti musicali previsti per la serata.
 Sono seduta sotto l’albero di Paolo e intanto continuano ad arrivare alla spicciolata altri amici che non sono potuti venire a Palermo nelle giornate precedenti. Ci sono abbracci e battute per salutarsi, la gioia del rivedersi è tanta, ma negli occhi di tutti noi traspare la consapevolezza che la giornata che ci attende non sarà una giornata di spensieratezza, la voglia di scherzare è smorzata dalla sacralità del luogo in cui ci troviamo.

CALMA APPARENTE
La mattinata scorre abbastanza tranquilla. Siamo allietati dai sorrisi dei bambini di Rita Borsellino che, attraverso dei giochi, si divertono ed imparano notizie sulla figura di Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e tutti gli altri eroi uccisi per mano della mafia. “È importante che i bambini siano a conoscenza di determinati argomenti – afferma Rita Borsellino – soprattutto perché questi in particolare sono bimbi provenienti dai quartieri peggiori di Palermo e la mafia sono abituati a viverla e respirarla ogni giorno”. Paolo Borsellino diceva “Un giorno questa terra sarà bellissima” e mi piace pensare che sia davvero così e, soprattutto, mi piace pensare che saranno anche questi bambini, che sin da ora stanno crescendo ispirandosi ai valori della legalità e della giustizia,  a dare il loro contributo per migliorare il nostro Paese.
Oltre ai piccoli protagonisti, Via D’Amelio pullula di un continuo viavai di gente. Chi si reca sotto l’albero di Paolo per pregare, chi depone un fiore, chi appende un ricordo ai rami, chi viene semplicemente per curiosità. Arrivano alla spicciolata anche delle persone “note”, primo fra tutti Don Luigi Ciotti, che non si risparmia in abbracci e strette di mano.
Alle 10:00 sentiamo il suono delle sirene, un’auto blu si avvicina. È il Presidente della Camera Gianfranco Fini, arrivato in Via D’Amelio, come fece l’anno scorso, per deporre una corona. Subito sale la tensione, c’è chi non vuole che quella corona venga deposta, c’è chi dice no alle commemorazioni false provenienti da rappresentanti delle Istituzioni che per prime si celano dietro alla morte di Borsellino e della sua scorta. Non possiamo prendere iniziative però, la decisione spetta a Salvatore il quale accetta la deposizione della corona. Non vuole creare disordini né mettere a repentaglio la sicurezza di qualcuno, tra l’altro Fini si fa portavoce dei principi di legalità e giustizia per cui noi lottiamo e l’anno scorso fu proprio lui, proprio in Via D’Amelio, ad affermare che Vittorio Mangano non è un eroe. Il Presidente Fini depone la sua corona ma non sotto l’albero, bensì accanto al portone di Via D’Amelio 19.  Dai ragazzi delle Agende Rosse, raccolte intorno all’ulivo, si alza una silenziosa protesta:  tutte le agende sono alzate, alcuni voltano le spalle, non alla persona di Fini ma alla carica istituzionale di rappresentante dello Stato che egli riveste.

NODO IN GOLA
Le ore passano e con loro i personaggi che si susseguono sul palchetto allestito in Via D’Amelio. Tornano i magistrati Ingroia e Di Matteo, arriva Sergio Lari e anche il Procuratore Nazionale Antimafia Piero Grasso. Ognuno di loro legge una lettera personale rivolta al collega ed amico Paolo. Un intreccio di dolci ricordi e testimonianze che si mescolano alla rabbia che traspare dalle loro parole. Il giudice Paolo Borsellino non è stato protetto. Arrivano anche, per la prima volta in Via D’Amelio, alcuni parenti dei ragazzi della scorta, eroi anche loro che, fino all’ultimo, hanno protetto con il loro corpo il magistrato. Gli stessi corpi che sono stati ritrovati il 19 luglio del ‘92 a brandelli, per la strada e sui muri dei palazzi di Via D’Amelio e che sono stati  riposti in delle scatolette, perché quelle bastavano a raccogliere i resti dei ragazzi.
Il tempo continua a passare e si avvicinano le 16:58, ora in cui scoppiò il detonatore che fece saltare in aria la macchina imbottita di tritolo. Il silenzio scende sulla strada, un silenzio da brivido. Alzo lo sguardo sui palazzi circostanti e vedo, per la prima, primissima volta, tra le tante serrande abbassate, un signore affacciato ad un balcone. In mano ha una foto, Salvatore dice che è la foto della moglie morta. Vuole che anche lei assista al ricordo di Paolo Borsellino. Palermo comincia a svegliarsi.

ATTIMI DI TENSIONE
Arriva la sera e la tensione inizia a salire in Via D’Amelio. Alle 20:00 è partita la fiaccolata organizzata dai ragazzi di Giovane Italia. Intorno alle 22:00 giungeranno in Via D’Amelio per deporre anch’essi la loro corona in memoria di Paolo Borsellino. Ne sono tantissimi e, a quanto pare, non sono soli. Sono accompagnati da alcuni esponenti del Governo, forse un ministro. Noi non vogliamo corone di Stato per commemorare una strage di Stato, ma allo stesso tempo non vogliamo creare inutili scontri. Ancora una volta ci stringiamo sotto l’albero di Paolo, stavolta tutti seduti a terra, ancora più numerosi rispetto alla mattina, in assoluto silenzio e con le nostre Agende Rosse alzate. Il corteo giunge in via D’Amelio, la corona è deposta, non sotto l’albero ma accanto a quella della Presidenza della Camera. I ragazzi di Giovane Italia non si aspettavano di trovarci lì, alcuni di loro sembrano sbigottiti, con altri ci feriamo a parlare. Su molti aspetti la pensano come noi, anche loro sono convinti che la strage di Via D’Amelio non sia stata solo una strage di mafia, anche loro pensano che condannati per mafia non dovrebbero essere Senatori della nostra Repubblica, ma non chiedono verità.

SALUTI
La serata volge al termine, mezzanotte è arrivata e noi anche per quest’anno abbiamo fatto il nostro dovere. Abbiamo presidiato Via D’Amelio, abbiamo dimostrato la nostra volontà a non cedere, a non abbandonare la nostra voglia di verità e giustizia.
Iniziano i saluti, gli abbracci. Ci salutiamo con tante lanterne che volano alte in cielo, con esse volano via i nostri desideri e il nostro augurio di rivederci l’anno prossimo, con la speranza che qualcosa possa cambiare e che arrivi anche per noi il momento della commemorazione e del ricordo piuttosto che quello della “resistenza”. Vorrà dire che giustizia è stata fatta.

20 luglio 2011

PIACEVOLE SCOPERTA
Chiudo la valigia e mi appresto ad andare in aeroporto. Durante il viaggio verso il “Falcone e Borsellino” trovo l’occasione di parlare con la gente, con l’edicolante da cui compro i giornali, con l’autista del pullman, con altri passeggeri. Racconto del perché sono a Palermo, li rendo partecipi della mia esperienza. Piacevolmente scopro che queste persone hanno voglia di parlare, di raccontare. Si lasciano andare, dicono “bravi per quello che fate”. Mi ricredo per quello che avevo pensato durante il corteo,  ho davanti a me degli altri piccoli esempi di una Palermo che si sta svegliando. Mi rivolgo ad una donna, “Signora noi veniamo da tutta Italia per voi, per farvi sentire che non siete soli. La mafia è nello Stato, non è solo una questione siciliana e lo Stato siamo noi, tutti noi cittadini e dobbiamo stare uniti se vogliamo un’Italia migliore”. La commozione che leggo nei sui occhi è il modo migliore per lasciare la Sicilia. Arrivederci Palermo, ci vediamo l’anno prossimo.

Grazie di cuore a tutti coloro che hanno partecipato anche non venendo a palermo ma che ricordano ogni giorno un grande eroe, sperando che per l'anniversario dei ventanni dalla morte saremo in tantissimi a  Palermo a gridare :
"FUORI LA MAFIA DALLO STATO"

venerdì 15 luglio 2011

G.A.L. Terre del primitivo

Il G.A.L. Terre del primitivo ha lanciato vari bandi per migliorare il nostro territorio, il Sindaco Giuseppe Margheriti ,invita la cittadinanza a partecipare ai bandi per migliorare ed arricchire il comune di ERCHIE.




Dal sito oria.info
Il secondo bando pubblico per la presentazione di domande di aiuto nell’ambito del Piano di Sviluppo Locale (PSL) presentato dal GAL Terre del Primitivo, all’interno del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Puglia 2007-2013 – Fondo F.E.A.S.R – ASSE III – Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale.
In particolare, il bando si riferisce a due azioni della Misura 311 (diversificazione in attività non agricole):
AZIONE 2: investimenti funzionali alla fornitura di servizi educativi e didattici alla popolazione con particolare riferimento a quella scolare e studentesca e in sinergia con il sistema nazionale di formazione – Masserie Didattiche;
AZIONE 3: 
investimenti funzionali alla fornitura di servizi socio-sanitari a vantaggio delle fasce deboli della popolazione – Fattorie Sociali
I soggetti beneficiari di queste due azioni sono gli imprenditori agricoli in forma singola o associata (per l’azione 2 dovranno iscriversi all’Albo Regionale delle Masserie didattiche della Regione Puglia).
Il territorio di riferimento è quello del G.AL.: saranno infatti finanziati esclusivamente interventi che ricadranno nel territorio dei seguenti comuni: Manduria, Avetrana, Lizzano, Maruggio, Torricella, Fragagnano, Sava, San Marzano di San Giuseppe, Erchie, Oria, Torre Santa Susanna.
Gli interventi ammissibili sono rappresentati dagli investimenti strutturali funzionali all’ammodernamento di locali preesistenti (ivi compresi i modesti ampliamenti) e gli acquisti di attrezzature ed arredi funzionali alle attività.
Per entrambe le azioni, l’entità dell’aiuto (che sarà concesso nella forma di contributo in conto capitale ossia a fondo perduto) sarà pari al 50% della spesa ammessa ai benefici (il cui importo massimo, per ciascun beneficiario,  sarà di 100.000 Euro per gli interventi previsti dall’azione 2 mentre è di 50.000 per quelli dell’azione 3).
La prima scadenza periodica per la presentazione delle domande è fissata alla data del 1 agosto 2011.
L’estratto del bando è stato pubblicato sul B.U.R.P. n° 90 del 9 giugno 2011 mentre il bando integrale è stato pubblicato all’Albo Pretorio dei Comuni del G.A.L.  nonché, in versione scaricabile unitamente agli allegati, sul sito del GAL “Terre del Primitivo” – www.galterredelprimitivo.it alla paginahttp://www.galterredelprimitivo.it/public/app/page_bandi_scheda.php?id=232
Lo staff del GAL è a disposizione degli interessati per qualsiasi delucidazione (dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle 19.30) presso il proprio ufficio di Manduria (sito in Via Corte Schiavoni n. 16 – Tel. 099 9737871). E’ inoltre possibile ricevere informazioni direttamente presso i punti informativi istituiti presso tutti i Comuni del G.A.L. (per consultare gli orari di apertura si prega di telefonare al G.A.L. e/o di cliccare sul calendariohttp://www.galterredelprimitivo.it/public/app/page_news_scheda.php?id=221)
Il bando appena pubblicato è il secondo di una lunga serie di bandi relativi allo sviluppo del territorio del GAL fra cui si segnalano:
- i bandi della misura 311 (diversificazione in attività non agricole) già pubblicati ed in scadenza il 30 giugno:  azione 1 (investimenti funzionali alla fornitura di ospitalità agrituristica in contesto aziendale secondo le disposizioni normative vigenti) e azione 4 (investimenti funzionali alla produzione e commercializzazione di prodotti artigianali in ambito aziendale, non compresi nell’allegato I del Trattato).
- i bandi della misura 313 (incentivazione di attività turistiche) di imminente pubblicazione: azione 4  (commercializzazione e promozione dell’offerta di turismo rurale) e azione 5 (creazione di strutture di piccola ricettività).
Inoltre nella sezione NEWS troverete le proroghe per le scadenze dei bandi che sono stati posticipati e il piano di sviluppo locale "Terre del primitivo" 2007-2013 al seguente link invece potete trovare gli orari e i giorni in cui è possibile recarvi al comune per chiedere delucidazioni.

mercoledì 29 giugno 2011

In Italia la rete è controllata dai media?




 Immagine a corredo dell'articolo



Il 17 dicembre 2010 Mohamed Bouazizi un cittadino come tanti si dà fuoco a Tunisi, dando inizio a quella che poi verrà definita La Rivoluzione Araba. Quest'ultima è nata da una serie di scambi d'informazioni attraverso l'uso d’internet, mentre in Italia le informazioni che circolano nella rete sono subordinate ai media e in special modo alla Tv.
Questo significa che una notizia che passa attraverso i canali consueti delle tv, è poi condivisa dai cittadini sui vari blog di internet, mentre se una notizia non riuscisse a passare per le reti televisive italiane verrebbe scartata e non condivisa da chi su Internet ci passa le giornate perché ritenuta "poco interessante".
Ciò è molto preoccupante poiché essendo l’informazione in Italia, ormai allo stesso livello di una nazione sotto regime autoritario,il fatto che anche il web sia legato alle tv ci dovrebbe far capire come anche Internet è manipolato dai soliti personaggi che detengono il potere.
Un esempio molto importante di questi giorni è legato all’evento
“Presidio ad oltranza davanti a Montecitorio”, dove dal 4 Giugno attraverso lo sciopero della fame alcuni cittadini Gaetano Ferrieri di Venezia, Giuseppe Picone di Trapani e Corrado Barone di Brescia, appellandosi all’articolo 50 della Costituzione Italiana che afferma “Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità”, chiedono ai rispettivi presidenti del Senato e dei Deputati tramite petizione a loro presentata, lo scioglimento delle camere, l’abolizione del vitalizio parlamentare, nuova legge elettorale (con elezione diretta da parte dei cittadini di Deputati e Senatori), riduzione del numero di province, riduzione del numero di parlamentari e limite massimo di due legislature.
Dopo diciannove giorni i media fanno finta che non esistano, e specie in questi giorni abbassano le telecamere per evitare di riprenderli nelle manifestazioni dei precari della scuola.
Post e articoli condivisi su Facebook, non riescono a far girare la notizia,
i ragazzi si appassionano alle vicende dell’insegnante precaria, che va in onda su rai news, all’esaltato che grida a squarcia gola che è indignato, ma che non ha in mente nessuna proposta legislativa.
Questo ci fa rendere conto che un evento come la primavera araba in Italia non sarà mai possibile, finché noi tutti useremo la rete come una pro pagine della Tv manipolata e gestita da un sistema totalitario e dittatoriale che non vuole cambiare lo Status Quo delle cose.
Tu ragazzo/a che stai leggendo questo articolo, smetti di andare sull’espresso online, o su altri media per reperire notizie, ma diventa tu stesso reporter delle tue notizie e di quelle dei tuoi amici, la libertà non la si trova neppure sulla rete ma la si acquisisce attraverso l’uso del discernimento.

mercoledì 22 giugno 2011

IL FRESCO PROFUMO DI LIBERTA’ mai come in questo momento mi sembra un tanfo nauseabondo





Mi vergogno per tutti i miei amici  che inneggiano al cambiamento ma che sono COLLUSI con il sistema della mancata informazione, poichè fanno girare solo quello che aggevola il potente e quello che va di moda........
“IL FRESCO PROFUMO DI LIBERTA’ mai come in questo momento mi sembra un tanfo nauseabondo “
tutto ciò perchè da 18 giorni davanti a Montecitorio è presente un nostro fratello che protesta con lo SCIOPERO DELLA FAME, per farsi ascoltare dalle istituzioni. Quello che chiediamo e che si discuta alle Camere la petizione da noi cittadini presentata tramite l'Art.50 della COSTITUZIONE per chiedere inizialmente la riduzione degli stipendi dei parlamentari del 50% .
Noi semplici cittadini non appoggiati dai partiti non siamo ascoltati, intervistati e nemmeno voi giovani ormai vecchi depositari dello status quo del sistema,non fate circolare queste notizie, però si fanno articoli su una ragazza che sciopera da 3 giorni,perchè le corporazioni dei precari sono appoggiate dai partiti.
Il cambiamento?
GIOVANI d' ITALIA non siete altro che il vecchio che avanza...

VERGOGNA, VERGOGNA, VERGOGNA...!!!
U.G.I. Unione Giovani Italiani

domenica 12 giugno 2011

In nome della Repubblica


Non sono bastate le giornate di Milano per calmare la nostra voglia di curiosità e d’informazione.
Dopo la festa di Sant’Irene celebrata il 6 Giugno a Erchie, durante la quale sono stati distribuiti i volantini per il referendum dai ragazzi dell’associazione Unione Giovani Italiani, siamo partiti per Roma destinazione “Presidio ad oltranza davanti a Montecitorio”. Siamo arrivati Mercoledì 8 Giugno alle sette di mattina e davanti alle barricate del parlamento c’erano due cittadini Italiani che presidiavano una piccola zona già dal 4 Giugno con sciopero della fame. Le 2 figure erano quelle di Gaetano Ferrieri di Venezia e Giuseppe Picone di Trapani. 


Con il passare delle ore molte persone sono venute a dare manforte e sostenere chi già da cinque giorni era lì in assenza di cibo. Noi non abbiamo resistito e con la curiosità di un fanciullo abbiamo rivolto a loro alcune domande e pubblicato le loro interviste (sul canale YouTube o sulla pagina FaceBook Unione Giovani Italiani), poiché nessuna rete televisiva ha mai trasmesso qualcosa e nessun quotidiano ha mai pubblicato un articolo. Questi cittadini che oramai sono lì da nove giorni protestando con lo sciopero della fame, appellandosi all’articolo 50 della Costituzione Italiana che afferma “Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità”, chiedono ai rispettivi presidenti del Senato e dei Deputati tramite petizione a loro presentata, lo scioglimento delle camere, l’abolizione del vitalizio parlamentare, nuova legge elettorale (con elezione diretta da parte dei cittadini di Deputati e Senatori), riduzione del numero di province, riduzione del numero di parlamentari e limite massimo di due legislature. Nell’attesa di nuove notizie da Montecitorio, ove ancor tutto tace, la protesta continuerà ad oltranza sperando che vi sia fatta più informazione dai mass-media riguardo la situazione ormai disperata che c’è in Italia e delle condizioni in cui versano molti cittadini.
Per aver maggiori informazioni riguardo al presidio potete visitare la pagina          

martedì 7 giugno 2011

Festa di S.Irene ma non per tutti

Come ogni anno è arrivata la festa di sant. Irene, un occasione per uscire,divertirsi,guardare qualche ragazza/o, isomma passare una serata all'insegna del divertimento;
ma  quest anno non per tutti è stato cosi, infatti i ragazzi dell'ass. Unine Giovani Italiani, hanno colto al volo la grande affluenza alla festa, per diffondere un messaggio importante che vedrà coinvolti tutti noi a breve: "i 4 SI per il referendum del 12/13 Giugno".
A loro dire non  vedere le bancarelle,ma girare per distribuire volantini




e parlare con la gente dell'importanza del voto è molto più gratificante.
Ora dopo tanto impegno possiamo solo sperare che il 12/13 Giugno si raggiunga il quorum e si vinca questo referendum, per il bene di tutti noi ma soprattutto dei nostri portafogli. 

mercoledì 1 giugno 2011

Dalla settimana contro le Mafie agli Indignados in Piazza del Duomo

Nella scorsa settimana siamo stati a Milano, e non abbiamo perso occasione per avvicinarci alle manifestazioni delle "Agende rosse" nella "settimana contro le mafie"




ed alle occupazioni di Piazza del Duomo da parte degli "Indignados"  italiani.


INDIGNADOS MILANO


Ma chi sono questi Indignados?

In Spagna il movimento dei giovani "Indignados" sta occupano Puerta del Sol a Madrid , ma si sono accampati in diverse piazze di altre città del paese per denunciare le collusioni fra politici e banchieri, la corruzione, e per chiedere una società migliore.

La nascita di gruppi di "Indignados" in italia , è l'ultimo segnale di un malessere che oramai sta investendo tutti, dagli anziani ai giovanissimi che non solo non vedono per loro un futuro,ma che soprattutto non vedono più un presente in cui cercare di affermarsi.
Un malessere che non è di una fazione politica, ma che va dalla destra più estrema sino alla sinistra radicale,ecco perchè è dovere di ogniuno di noi prendere atto di un bisogno di cambiamento e iniziare a muovere il nostro grasso "culo" dalle sedie e riprenderci la cosa più importante del genere umano:

la " SPERANZA ". 
Per questo motivo l' Unione Giovani italiani , aderisce e sostiene il Presidio permanente che inizierà davanti a Monte Citorio il 4 di Giugno,organizzato da tutti i movimenti che si sono stancati dello status quo,per affermare il fallimento in toto di tutta la nostra classe politica e prenderci lo spazio per far rinascere il nostro Paese.
Il tutto riassunto nel motto dell' U.G.I.


RIPRENDIAMOCI IL FUTURO INIZIAMO DAL PRESENTE


MOVIMENTI PER LA DIGNITA'

lunedì 23 maggio 2011

Cos'e' oggi la Strage di Capaci?

Sono passati diciannove anni ed è desolante osservare come nella memoria di tanti ragazzi, non c'è spazio per eroi caduti nello svolgere il loro dovere e per darci un Paese migliore.
Ieri sera su Rai 1  è andato in onda il film sulla " strage di Capaci ", quei pochi ragazzi che l'avranno visto spero non pensino che sia una fiction e che Falcone sia un personaggio inventato al pari del film " Il Padrino ".
Se non fosse per le associazioni e i liberi cittadini, in quanti oggi cercherebbero di tenere vivo il ricordo dei MARTIRI dello stato italiano?
Le istituzioni sarebbero le prime a volersi scordare di loro, la politica a non volerli più nominare, poichè la loro fine è arrivata nel momento in cui si stavano avvicinando a scoprire gli intrecci tra Stato e Mafia, nel momento in cui avrebbero potuto fare nomi illustri di politici che forse ancora oggi ci governano.
Noi oggi ricordiamo e piangiamo i nostri eroi tenendo vivo il loro ricordo, onorandoli e cercando di far capire a tanti giovani che un Italia migliore è possibile, ma solo se ognuno di noi ci metterà il suo contributo per togliere il potere a chi ci ha tolto il Giudice Falcone.

mercoledì 18 maggio 2011

Oria 11/05/2011 Alfano contestato




11/05/2011durante il comizio elettorale di Carbone ,candidato sindaco del PDL, l'associazione Unione Giovani Italiani per mezzo del suo presidente Ciccarese Pier Paolo associato al Movimento delle Agende Rosse ha contestato ad Oria Il ministro Alfano, il quale era intervenuto per portare la sua solidarietà al suo candidato.
Il Movimento UGI non è  un movimento orientato a destra o a sinistra , ma è orientato verso principi che sono i capisaldi di una società civile, quali la legalità , il diritto ad un lavoro e condizioni civili e sociali  di uno stato che si può dire moderno e democratico.

domenica 15 maggio 2011

15 maggio 1948 - la NAKBA data in cui lo stato d'Israele si è impossessato delle terre, delle case e delle vite del popolo palestinese

Dal sito laltralombardia. Ogni anno il popolo palestinese commemora al Nakba, la catastrofe.  
Al Nakba è l’appellativo che i Palestinesi danno al 15 maggio 1948, data in cui lo stato d'Israele si è impossessato delle terre, delle case e delle vite del popolo palestinese.  
Al Nakba è stato il giorno in cui il popolo palestinese si è trasformato in una nazione di rifugiati.  750.000 Palestinesi sono stati espulsi dalle loro case e sono stati costretti a vivere nei campi profughi. Molti di quelli che non sono riusciti a scappare sono stati uccisi.  
Nel 1948 più del 60 per cento della popolazione palestinese è stato espulso.  
Più di 530 villaggi palestinesi sono stati evacuati  e distrutti completamente.  
Finora Israele ha impedito il ritorno di circa sei milioni di rifugiati palestinesi e continua ancora oggi a cercare di espellere i palestinesi dalla loro terra. Queste operazioni assumono di volta in volta forme e nomi diversi, attualmente vengono chiamati “trasferimenti”.
I rifugiati palestinesi sono fuggiti in diversi posti; alcuni sono fuggiti nei paesi limitrofi intorno alla Palestina, altri sono fuggiti all'interno della Palestina ed hanno vissuto nei campi profughi, costruiti appositamente per loro dalle agenzie ONU, e altri si sono dispersi in vari paesi del mondo.  
Tutti questi rifugiati hanno un sogno in comune:  ritornare nelle loro case di origine, e questo sogno è rinnovato ogni anno attraverso la commemorazione della Nakba.



Oggi  è il 63° Naqba Day,è mi viene naturale confrontarlo con quello che ogni anno noi occidentali rimembriamo con il nome di   GIORNO DELLA MEMORIA.
Oggi è il loro GIORNO DELLA MEMORIA, ma nessuno Tg, ne nelle scuole e nessun capo di stato ha dedicato 5 minuti per ricordare quel triste giorno di 63 anni fa; forse perchè se lo si facesse si dovrebbe dare un giudizio su Israele,di come viola quotidianamente i diritti umani del popolo palestinese, ma sopratutto si dovrebbe dare un giudizio sul nostro silenzio ,che ci ha resi ancora più colpevoli.
Oggi se non ci siamo dimenticati di già di VITTORI ARRIGONI , dovremmo  gridare più forte GIUSTIZIA PER IL POPOLO PALESTINESE. 

NOI, QUI IN RETE, FACCIAMO COSI'! 2011 d.C.

Lo scontro politico è normale, ma credo che mai si dovrebbe trasformare in un aggressione, specie se tu sei un giovane ragazzo e colei che la pensa diversamente da te è una signora invalida.
Questo a mio avviso non è più scontro politico ma puro tifo, perchè come i tifosi che tengono per la loro squadra del cuore e che  in molti occasioni odiano e picchiano i tifosi avversari, oggi in Italia gli stessi comportamenti, ma peggio gli stessi sentimenti animano la politica.


Dal sito di beppegrillo. Nei giorni scorsi una signora del MoVimento 5 Stelle di Milano ha denunciato in un video l'aggressione da parte di un simpatizzante del Pdl. Il filmato è stato pubblicato dal blogger Byoblu che ha subito ricevuto una lettera dal Comitato Elettorale di Matteo Forte del Pdl in cui si chiede la rimozione immediata del video minacciando azioni legali (Byoblu si trova a letto, auguri di pronta guarigione!).


Paola_Bernetti.jpg
Invece di dare la propria solidarietà alla persona aggredita e identificare l'energumeno (e cacciarlo dal PDL se ne fa parte) si minaccia il blogger che ha riportato la notizia. Lo Scudo della Rete è attivo da qualche settimana e i suoi avvocati sono a disposizione sia della signora che di Byoblu. 193 studi legali hanno aderito all'iniziativa in tutta Italia e sono stati raccolti circa 30.000 euro. Gli avvocati che vogliono aderire possono farlo contattando il blog).


"Dal sito di Byoblu.Il Comitato Elettorale di Matteo Forte (PDL, candidato comunali Milano) risponde al video dell'aggressione al Movimento Cinque Stelle con una diffida a rimuovere tutti i contenuti da YouTube e dal blog. Da Matteo, un giovane di 26 anni, mi sarei atteso una eventuale lettera aperta, scritta con la serenità di chi non ha nulla da temere da un confronto pacato, non essendo peraltro accusato direttamente di nessun fatto specifico. Invece arriva una diffida e una richiesta di rimozione di contenuti. Un atto vecchio, un'esibizione muscolare debole, spuntata e inutile, peraltro priva di sostanza nella pretesa di tutelarsi da una diffamazione inesistente nello specifico, che ottiene l'effetto contrario a quello che probabilmente si prefiggeva e che dimostra una sola cosa: il nuovo che avanza, in politica, è in realtà solo il vecchio che non retrocede. Stiamo crescendo una nuova generazione di politici che della rete non ha compreso nulla, né lo spirito né le potenzialità, e che crede ancora che un buon governo ed il futuro si costruiscano a colpi di carte bollate. Questo è il lato davvero deludente a consuntivo di questa piccola, squalificante vicenda.
Per questo motivo, parafrasando la famosa e controversa lettera di Pericle agli ateniesi, scritta nel 461 a.C., duemilacinquecento anni dopo dico forte e chiaro a Matteo, così come a tutti i cosiddetti "giovani" ancorati ad un'idea di informazione come luogo di conquista, di censura, dove fare rogo di libri, di articoli e di video per evitare il confronto e liberarsi dal fastidio del dialogo, che:
NOI QUI IN RETE FACCIAMO COSI' [2011 D.C.]:
Le informazioni non si rimuovono mai: si integrano.


Nel testo sotto la lettera ricevuta dal Comitato Elettorale di Matteo Forte.
"CHIARIMENTI dal Comitato Elettorale di Matteo Forte
In riferimento ai fatti riportati da un video pubblicato sui siti www.beppegrillo.it, www.byoblu.it, e altri, si precisa che:
1. Quanto riportato dalla signora Paola Bernetti, candidata al Consiglio Comunale di Milano per la lista Movimento 5 Stelle Beppegrillo.it, contrasta con le numerose testimonianze dei presenti, in particolare: alcuni sostenitori di Matteo Forte, verso le ore 12.30 di sabato 7 maggio 2011, dopo aver consegnato un volantino a una signora presente nel mercato di via Papiniano, si sentivano rivolgere dalla signora Bernetti espressioni come: "Ecco voi prendete i voti solo dalle vecchie con l'alzheimer". Un ragazzo presente nel mercato, sentiti gli insulti rivolti all'anziana signora, avvicinatosi alla Bernetti, le rivolgeva parole simili: "Come si permette lei? Se fosse sua nonna? A Bergamo faremmo così...". A questo punto il ragazzo appoggiava le mani al collo della signora.
2. Nessuno dei sostenitori di Matteo Forte ha, pertanto, mai aggredito verbalmente, né fisicamente, la signora Bernetti, autrice del video in oggetto.
3. Consideriamo estraneo a noi qualsiasi atteggiamento violento e lesivo della libertà altrui e respingiamo ogni modalità di campagna elettorale che non sia quella di un confronto franco e sereno sui programmi e sui candidati.
4. Il ragazzo protagonista del diverbio con la signora Paola Bernetti non è in alcun modo collegato a Matteo Forte ed alla sua campagna elettorale: affermare il contrario è falso e tendenzioso, oltre che diffamatorio nei confronti del candidato Matteo Forte e dei suoi sostenitori;
5. La Polizia Locale di Milano, intervenuta tempestivamente, accertati i fatti e ascoltati alcuni testimoni presenti, tra cui il titolare di una bancarella vicina, non ha ritenuto che vi fossero elementi per procedere ad azioni legali di alcun tipo.
Chiediamo la rimozione immediata di ogni strumento testuale e/o visivo che sia lesivo della verità dei fatti e della nostra libertà. Per questo ci riserviamo di tutelare la nostra onorabilità e la verità dei fatti attraverso azioni di natura legale in tutte le sedi che riterremo opportune.
Certi di una pronta risposta, porgiamo cordiali saluti"

venerdì 13 maggio 2011

I LUNGHI TEMPI DELLA BUROCRAZIA

Spesso si usa dire in tragedie o incidenti vari che "la colpa non è di nessuno", mai frase forse fu più adatta per Via Specchiulla.

Questa strada da tempo dissestata,




ha causato in data 26/04/2011 l'incidente di Annamaria De Grecis , a seguito dello scoppio di una ruota,



fortunatamente per la signora e i suoi 2 bambini ci sono stati solo lievi conseguenze.
Naturalmente è stata fatta una denuncia nei confronti del Comune di Erchie, ma è stata davvero una loro negligenza?
Ieri abbiamo avuto un incontro con il sindaco Giuseppe Margheriti che da tempo si sta occupando personalmente della questione, cercando quotidianamente  di tranquillizzare  i cittadini che  in una specie di staffetta si recano  presso la sede comunale per sollecitare l'inizio dei lavori. Il primo cittadino per  evidenziare l'impegno profuso, ci ha mostrato i  documenti riguardanti  il "ripristino di Via Specchiulla" risalenti al 18/01/2011, sino all'ultimo del 13/04/2011 che conferma il ripristino con 1488 mq da realizzare sulla via, iniziando dal depuratore in una fascia costante di ml 4.50.
Solitamente si critica con severità l'eccessiva lentezza della burocrazia, cercando di smaltire e velocizzare i tempi di attivazione dei lavori solo dopo le tragedie, fortunatamente non è questo il caso, speriamo che questa  vicenda sproni l'amministrazione a ridurre i tempi di queste pratiche, che a noi cittadini sembra  ci tolgano la vita ,ed alcune volte non solo in senso figurato.

Ora che le carte sono state timbrate e firmate i cittadini di Via Specchiulla devono solo attendere che la ditta Italcogim inizi i lavori che a detta del sindaco cominceranno a breve.